L’autunno inizia con importanti novità in materia di lavoro. Dopo il Decreto Dignità che intende contrastare la precarietà, i contratti a termine vedranno una diversa durata massima (che passa da 36 a 24 mesi) e il ritorno dell’indicazione della causale. È previsto, infatti, l’obbligo di specificare le esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività, o quelle sostitutive, oppure, legate a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell’attività ordinaria. Tale obbligo scatta solo per i contratti di durata superiore ai 12 mesi, per gli eventuali rinnovi e per le proroghe (non maggiori a quattro) che portino il rapporto a termine a superare l’anno. Resta, comunque, valido il limite massimo di durata dei due anni, anche se sarà ancora possibile ricorrere alla “deroga assistita”, stipulata presso l’ITL competente, successivamente al raggiungimento di tale limite. Le nuove disposizioni si
applicheranno, nel caso di proroghe e rinnovi, solo dopo il 31 ottobre 2018. Inoltre, il numero massimo dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato in somministrazione – e non – è fissato al 30% di quelli a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore al 1° gennaio dell’anno in cui vengono stipulati i contratti. La disposizione può essere derogata dalla contrattazione collettiva e per le assunzioni di particolari categorie individuate dalla norma. Solo per i contratti a termine in somministrazione, non sussiste l’obbligo di interruzione tra un contratto e l’altro (cd. “stop&go”). Novità per i settori agricolo e turistico, per i quali è permesso il ricorso al contratto di prestazione occasionale (PrestO) anche da parte di chi ha più di cinque lavoratori subordinati a tempo indeterminato. La deroga è valida in agricoltura, per le aziende alberghiere e le strutture ricettive che hanno alle
loro dipendenze fino a otto lavoratori. Sul versante occupazionale, è stato prorogato agli anni 2019 e 2020 il bonus per le assunzioni stabili degli under35. L’incentivo, introdotto dall’ultima Legge di Bilancio, avrebbe visto una riduzione della platea dei beneficiari dopo il prossimo 31 dicembre, interessando solo i giovani con meno di 30 anni. Grazie allo stanziamento di nuove risorse per il prossimo biennio, i datori di lavoro che stipuleranno contratti a tempo indeterminato – con chi non ha compiuto i 35 anni e non è mai stato occupato a tempo indeterminato – potranno beneficiare di un esonero contributivo parziale del 50 per cento dei complessivi contributi previdenziali a suo carico, per un importo massimo di 3.000 euro all’anno.
Fonte : redazione Cliclavoro